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      Attraverso la regione trentino-tirolese
nel Cinquecento


di Giuseppe Osti
F.to 17x24 cm - 564 pagine
ISBN 978-88-7498-153-3
Euro 25,00

ESAURITO
     
    Giuseppe Osti con il proprio repertorio di testimonianze sulla regione
trentino-tirolese, qui alla seconda «puntata», confronta il lettore – semplicemente
curioso o specialista, non importa – proprio con queste problematiche.
L’odierna apparente facilità di accesso ai materiali induce, infatti, ad interrogarsi
sul significato di una raccolta realizzata in lunghi anni di indagini certosine,
sul valore di una selezione condotta in base a criteri rigorosi e verificabili, entro
coordinate precise e di interesse generale: testimonianze scritte lasciate nel corso
dei secoli dal XIV al XVIII su di una regione circoscritta da parte di viaggiatori, uomini
di stato e di chiesa, mercanti, pellegrini, scrittori, ambasciatori, artisti, personaggi
di spicco e figure sconosciute di comprimari ai quali si fatica a fornire un minimo
di corredo bibliografico.
Quanto Giuseppe Osti propone in questo secondo tomo di quello che ben si può
definire un Lebenswerk, ribadendo quanto già nel primo volume si intuiva, rivela
e illumina vividamente la necessità inderogabile, specifica del lavoro del ricercatore
e dello storico, di impegnarsi in prima persona nella individuazione, nella selezione
e nel riordino delle fonti. Tale attività sarà coronata da successo soltanto se la
ricerca obbedirà a criteri rigorosi e scientificamente validi e condivisi e se verrà
condotta nel massimo rispetto di essi. Questa raccolta è uno splendido esempio
dell’attualità e dell’utilità, oggi più che mai, di un repertorio ragionato realizzato
secondo questi principi. Un corpus di voci dimenticate, selezionate secondo precise
coordinate crono-topografiche, tradotte, quando non in italiano, e puntualmente
annotate e arricchite da specifica bibliografia critica, dà l’opportunità di indagare
una quantità di aspetti geografici, naturalistici, storici, antropologici, culturali,
economici, letterari pressoché infinita. Malgrado il numero degli scritti reperiti
– ben maggiore di quanto ipotizzabile agli inizi della ricerca – la «lista» è aperta,
naturalmente, così come sempre è aperta una qualsiasi lista di testimonianze.
Ma proprio il proporsi come «opera aperta» rende la silloge ancora più affascinante.
L’ultimo capitolo, il cinquantaduesimo, è un lungo, intrigante elenco di eccetera che
lascia spazio ad ulteriori investigazioni, che suggerisce le profondità di una ricerca
infinita.